La Digital Transformation è un fenomeno che quest’anno ha interessato molti Paesi, sia UE sia Extra-UE. Solo per citarne alcuni: in Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio e Spagna i progressi nel mondo digitale sono notevoli e tangibili.
E noi?
Il Governo Italiano continua ad offrire incentivi e misure volte a promuovere, diffondere e, ove possibile, accelerare questo processo, ormai non più sconosciuto, di digitalizzazione.
Secondo uno studio condotto dal DESI (the Digital Economy and Society Index), su 28 Paesi, l’Italia si colloca:
📌 al 26° posto per la diffusione di competenze digitali;
📌 al 25° posto per l’utilizzo di internet da parte dei cittadini;
📌 al 23° posto per la digitalizzazione del nostro sistema industriale;
📌 al 19° posto per le infrastrutture di connettività;
📌 al 18° posto per la digitalizzazione delle PA.
Mai primi, mai nella Top 10. I numeri parlano da soli, qualcosa non va.
Ma cosa ci differenzia tanto dagli altri Paesi? L’approccio mentale.
Gli strumenti concessi dallo Stato italiano sono numerosi e in continua evoluzione, possono essere più o meno accessibili, più o meno rispondenti alle nostre esigenze, più o meno attraenti. Ma sono lì, messi a disposizione delle aziende italiane con il solo scopo di farle crescere.
Il divario con gli altri Paesi è importante e impossibile da ignorare. Per poter stare al passo e cogliere ogni beneficio da questo cambiamento è necessario dare il via a una vera e propria rivoluzione culturale: la prima a dover cambiare è la mentalità delle aziende e delle persone che ne fanno parte, convertendo ogni processo, da quello industriale a quello organizzativo, fino ad acquisire un nuovo modo di pensare ed agire.
Affrontiamo insieme questo nuovo percorso da intraprendere. 🤝🏻